Pensioni flessibili e lavoratori precoci, focus all'11 maggio: troppo rigide le regole di ingresso

Pensioni lavoratori precoci e Quota 41
Ultime novità sulla pensione anticipata tramite quota 41 per i precoci: i lavoratori puntano il dito contro la rigidità dei criteri di accesso alla misura.

Sulla pensione anticipata tramite la quota 41 serve un intervento di allentamento dei requisiti di accesso: è l'opinione unanime che si può leggere all'interno dei social network ed espressa dai lavoratori precoci che desiderano poter fruire della pensione di anzianità tramite la nuova agevolazione prevista nella Legge di bilancio 2017. Il provvedimento dovrebbe consentire l'uscita dal lavoro una volta raggiunti i 41 anni di versamenti presso l'Istituto pubblico di previdenza, indipendentemente dall'età anagrafica. Purtroppo, al requisito contributivo si associano diverse condizioni, che rendono piuttosto complicato conseguire l'agognato pensionamento.

Pensioni anticipate e lavoratori precoci: il vincolo dell'annualità in giovane età

Ad apparire particolarmente insidioso è il criterio previsto dal legislatore sulla contribuzione in giovane età. Secondo la regola il lavoratore che desidera fruire della nuova Quota 41 deve necessariamente aver accumulato almeno 12 mesi di versamenti presso l'Inps prima del compimento del 19mo anno di età. Il criterio rappresenta un vero e proprio spartiacque. Da un lato perché chi ha iniziato a lavorare subito dopo tale soglia (ed in via continuativa) avrebbe comunque potuto raggiungere i requisiti di ingresso nell'Inps attorno ai 60-61 anni. Dall'altro perché molti lavoratori si trovano ad essere esclusi per pochi mesi, talvolta per motivi indipendenti dalla propria volontà (come nei casi in cui si registrano mancati riconoscimenti di periodi lavorativi). Chi poi dovesse riuscire a centrare entrambi i parametri dovrà comunque essere compreso tra i profili di tutela previsti dalla legge, che rende disponibile l'opzione per disoccupati, invalidi, caregivers e lavoratori che svolgono attività rischiose o usuranti.

Pensioni flessibili, poche e complicate le alternative di uscita dal lavoro

Stante la situazione, le altre opzioni di flessibilità in arrivo con i DPCM presentano una strada altrettanto tortuosa per l'uscita dal lavoro. L'APE sociale e volontaria prevedono in ogni caso il raggiungimento dei 63 anni di età. Stesso discorso per RITA, la rendita integrativa temporanea anticipata dei fondi di secondo pilastro. Mentre la via ordinaria per l'accesso alla pensione di vecchiaia richiede di maturare i 66-67 anni. Come da nostra prassi, restiamo a disposizione dei lettori nel caso desiderino aggiungere un commento, mentre per ricevere i prossimi aggiornamenti vi suggeriamo di seguire la pagina "Riforma pensioni e lavoro" su Facebook.

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